Quando si parla di storia in relazione al Salento, la mente corre subito a quella realtà rurale che in questo splendido territorio non si è forse mai estinta del tutto. Passeggiando nella campagna salentina è facile scorgere tra i nodosi ulivi secolari, antiche costruzioni come le pajare, i frantoi ipogei e soprattutto le masserie che rappresentano un vero e proprio specchio sulla civiltà contadina salentina. Oggi sono state in gran parte riconvertite in eleganti masserie, alcune delle quali simbolo del lusso made in Puglia, ma in passato erano delle piccole comunità tra le cui mura pullulava la vita frenetica di contadini, agricoltori, pastori e non solo: erano sostanzialmente l’emblema di un Sud Italia dove la ricchezza era per pochi e il resto della popolazione viveva di stenti, umiliazioni e sopraffazioni.

Perché soggiornare in una masseria

Scegliere di scoprire il Salento soggiornando in una masseria è diventato ormai di Main Trend degli ultimi tempi e non si fa fatica a carpirne il motivo. Queste strutture fortificate infatti si sono sviluppate in origine lontano dai borghi e dai centri cittadini, solitamente più vessate dai nemici.

Si trovano ancora oggi nel cuore delle incantevoli campagne salentine, in un’atmosfera bucolica, tra uliveti, muretti a secco, terra rossa e il frinire delle immancabili cicale che accompagna ogni momento della giornata.

I ritmi della città sono ben lontani, regnando qui solamente pace, relax e tranquillità. Gli stessi ambienti hanno mantenuto il legame con la natura, essendo stati restaurati utilizzando però sempre materiali naturali ed ecologici come la pietra, il legno e altri materiali di recupero: non mancano di certo i comfort moderni, ma sempre guardando al passato, al fine di creare spazzi eleganti, raffinati e ricchi di charme.

Scegliere una masseria per le vacanze in Salento permette di godersi le giornate tra escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo organizzate dalle stesse strutture, alla volta di quei borghi e spiagge che hanno reso il Salento così amato in tutto il mondo.

I più piccoli invece potranno godersi i grandi spazi verdi a disposizione o partecipare ad attività educative anche a contatto con gli animali come asinelli, mucche, capretti e coniglietti: molte masserie salentine sono state infatti riconvertite in agriturismo, con tanto di animali da fattoria con i quali i piccoli turisti possono venire a contatto.

In molte masserie poi si dà la possibilità agli ospiti di partecipare alle attività produttive, come ad esempio raccogliere le olive, fare le conserve, oppure coltivare le verdure nell’orto, fare la pasta in casa come le orecchiette e i minchiareddi, i formaggi o partecipare alle fasi di vendemmia. Non c’è soddisfazione più grande poi che mettersi a tavola per la cena e gustare i prodotti fatti con le proprie mani, in ogni caso assolutamente biologici e a Km 0.

Le masserie in Salento: cenni storici

Nonostante la prima forma di masseria risalga all’epoca romana in forma di villa rustica, è nel IX secolo con Carlo Magno che inizia a prendere la sua forma più contemporanea, con la nascita del feudo: il termine masseria, che deriva dal latino massa, significa difatti proprio insieme di fondi o terreni.

Con i Normanni prima e gli Svevi poi cominciano a nascere le masserie villaggi e le masserie regie, fino a quando con Carlo V nasce l’esigenza di fortificare le coste, i borghi, i castelli e le stesse masserie per contrastare le sempre più frequenti invasioni saracene provenienti dal mare.

Con l’arrivo dei Borboni, le masserie vengono requisite alla chiesa e alle realtà monastiche intorno alle quali gravitavano, per affidarle alla borghesia rurale. Nacquero così i grandi latifondi, gestiti, per conto del proprietario terriero, dal massaro, che aveva anche il comando all’interno della masseria legata a quei latifondi.

Nel XIX secolo il Codice Napoleonico decise di suddividere questi grandi appezzamenti di terra e affidarne piccole porzioni ai contadini: era però per loro troppo poco per sopravvivere e di fatto il concetto di latifondo, scomparso nel resto dell’Italia, in Salento e in generale nel sud Italia sopravvisse ancora.

Le masserie divennero una sorta di residenza dove gli stessi latifondisti andarono ad abitare per controllare da vicino il lavoro dei braccianti: solo dopo le due Guerre Mondiali e con la Riforma Agraria, la terra fu finalmente suddivisa equamente tra i contadini e le masserie persero ogni loro importanza.

Solo alla fine del XX secolo si decise di avviare un’opera di recupero di queste costruzioni fortificate, che divennero così B&B, agriturismi e resort di lusso: in ogni caso ancora oggi, soggiornando in queste strutture, si respira ancora l’atmosfera del passato. In molti casi infatti la suddivisione degli ambienti non è stata intaccata dalle ristrutturazioni e, tra le possenti mura, sono ancora visibili ad esempio i frantoi, le cappelle, i magazzini, le antiche stalle, i pozzi e le cisterne per la raccolta dell’acqua.